John West “Earth
Maker” (2002-Frontiers Records)
John West è un signor
cantante statunitense che prima di balzare agli onori della cronaca con
Artension & Royal Hunt,dove ha dato ampia prova di tutto il suo talento
naturale e genuino,ha fatto la classica gavetta attraverso brevi ma
significative esperienze con bands(più Hard-Rock che Heavy-Metal )del calibro
di Badlands,Lynch Mob e la band solista del grande Cozy Powell,suo grande amico
al quale ha anche dedicato un suo album solista( l’ottimo ”Permanent Mark”).
Eppure una delle sue prove migliori in assoluto(sia come cantante che soprattutto come songwriter e storyteller),davvero ispirata e che trabocca genuinità da ogni solco,è quest’album solista targato 2002(in pieno periodo Royal Hunt,ma anche autore di ottime prove da studio con i suoi amati Artension),un concept-album davvero ben fatto e ben narrato,con canzoni una più bella dell’altra:d’applausi a scena aperta! La storia narra di un protagonista indiano(significativa la cover dell’album con un fotomontaggio del volto”indianizzato”di West che collima con quello di un vecchio nativo americano in maniera piuttosto impressionante e in linea con il suo evocativo cognome decisamente”western”,anche se dalla parte dei pellirossa a quanto pare) Shenandoah,che attraverso varie incarnazioni vive differenti esperienze guardando il mondo e la vita da differenti prospettive(un albero,una bestia,un bambino, un’anima disincarnata etc),arrivando infine,al termine del suo Viaggio/Ricerca Spirituale,a conoscere e fronteggiare l’Earth-Maker del titolo dell’album,che nella lingua dei nativi americani sta per”Creatore”. L’opener “Soul of the Beast”espleta alla grande il senso dell’album,ossia l’idea che tutte le cose siano connesse,uomini,bestie,piante,cose,esseri animati e inanimati,il tutto attraverso un possente Heavy Metal bluesy e dark quanto basta,ma soprattutto baciato dalla grande classe melodica di West,in grado di far convivere magnificamente gli opposti,qui rappresentati dal protagonista e dalla bestia che affrontandola in realtà finisce per entrare e convivere nella sua anima,un po’ come la straconosciuta e strausata frase di Nietzche:”Se guardi dentro l’Abisso,l’Abisso guarderà dentro di te”.Grande protagonista è l’axe-man dei Savatage & Transiberian Orchestra Chris Caffery,che firma tre brani incluso questo dei dieci dell’album. Infatti la forza dell’opera è anche nella presenza di grandi musicisti(tra cui Metal Mike Chlasciak,Bobby Jarzombek,Kevin Chown,il collaboratore fisso degli albums solisti di West Lennie Park e ospiti speciali nel brano”When the Worlds Collide”i masterminds tastieristi di Royal Hunt e Artension,Andersen & Kuprij)che rendono la proposta varia ma compatta(grazie alla produzione di Park & West stesso).
La seguente”When the Worlds Collide”è un’epica cavalcata nelle praterie del Texas e dell’Arizona dove i due spiriti opposti dell’indiano e della bestia si fondono definitivamente e il feeling potente e melodico del brano è irresistibile,come un tuono nel buio.
Eppure una delle sue prove migliori in assoluto(sia come cantante che soprattutto come songwriter e storyteller),davvero ispirata e che trabocca genuinità da ogni solco,è quest’album solista targato 2002(in pieno periodo Royal Hunt,ma anche autore di ottime prove da studio con i suoi amati Artension),un concept-album davvero ben fatto e ben narrato,con canzoni una più bella dell’altra:d’applausi a scena aperta! La storia narra di un protagonista indiano(significativa la cover dell’album con un fotomontaggio del volto”indianizzato”di West che collima con quello di un vecchio nativo americano in maniera piuttosto impressionante e in linea con il suo evocativo cognome decisamente”western”,anche se dalla parte dei pellirossa a quanto pare) Shenandoah,che attraverso varie incarnazioni vive differenti esperienze guardando il mondo e la vita da differenti prospettive(un albero,una bestia,un bambino, un’anima disincarnata etc),arrivando infine,al termine del suo Viaggio/Ricerca Spirituale,a conoscere e fronteggiare l’Earth-Maker del titolo dell’album,che nella lingua dei nativi americani sta per”Creatore”. L’opener “Soul of the Beast”espleta alla grande il senso dell’album,ossia l’idea che tutte le cose siano connesse,uomini,bestie,piante,cose,esseri animati e inanimati,il tutto attraverso un possente Heavy Metal bluesy e dark quanto basta,ma soprattutto baciato dalla grande classe melodica di West,in grado di far convivere magnificamente gli opposti,qui rappresentati dal protagonista e dalla bestia che affrontandola in realtà finisce per entrare e convivere nella sua anima,un po’ come la straconosciuta e strausata frase di Nietzche:”Se guardi dentro l’Abisso,l’Abisso guarderà dentro di te”.Grande protagonista è l’axe-man dei Savatage & Transiberian Orchestra Chris Caffery,che firma tre brani incluso questo dei dieci dell’album. Infatti la forza dell’opera è anche nella presenza di grandi musicisti(tra cui Metal Mike Chlasciak,Bobby Jarzombek,Kevin Chown,il collaboratore fisso degli albums solisti di West Lennie Park e ospiti speciali nel brano”When the Worlds Collide”i masterminds tastieristi di Royal Hunt e Artension,Andersen & Kuprij)che rendono la proposta varia ma compatta(grazie alla produzione di Park & West stesso).
La seguente”When the Worlds Collide”è un’epica cavalcata nelle praterie del Texas e dell’Arizona dove i due spiriti opposti dell’indiano e della bestia si fondono definitivamente e il feeling potente e melodico del brano è irresistibile,come un tuono nel buio.
I brani a seguire narrano
perfettamente la storia di varie incarnazioni con morti e rinascite di
Shenandoah,da spitoto che assiste alla sua morte(“Sleep of the Dead”)a albero guardiano(“Stand,Sentinel”)a
neonato(“Life”)fino a diventare nuovamente un potente guerriero che muore per
la propria gente(“Warrior Spirit”),dove lo spirito epico dell’opera si sublima
definitivamente.
L’indiano incontra la sua Anima Gemella nell’aldilà in un brano visionario
e commovente scritto con Caffery,”Mystic Wings”power ballad all’americana ma
davvero toccante,ma presto la perde in”Love is Pain”super-riffosa e cupa grazie
a Metal Mike,dove si reincarna soltanto lui senza la sua amata sperando di
bruciare vivo all’Inferno. Ma proprio nel momento di massima disperazione,ecco la Rendenzione
nell’incontro con lo spirito creatore dell’Earth-Maker,che gli rivela il senso
della vita che si realizza negli opposti sempre in dialogo tra loro.Brano
Heavy-Epic-Rock degno dei migliori Sabbath con Dio/Martin!Il viaggio si conclude con la struggente e luminosa ballad”Soul to
Soul”dove è spiegato il senso dell’album,della sua mistica e addirittura
dell’Arte(con la frase “è l’Arte che imita la Vita o viceversa?”). Pieno centro e definitivo Cult-Album del grande indianone dall’ugola d’oro John West.Consigliatissimo!
Antonio Giorgio
Altri ascolti:”Mind Journey”;”Permanent Mark”
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