Kamelot “Epica/THE BLACK HALO” (2003 Noise/2005
spv)
Correva
l’anno 2003 e in gennaio venne dato alle stampe quello che molto probabilmente
rimarrà il capolavoro dei Kamelot di una saga non totalmente espressa nel
secondo capitolo e di più grande successo di pubblico e di critica“The Black
Halo”,che pero’ pur essendo un lavoro magistrale ha lasciato il sottoscritto
con l’amaro in bocca per via della conclusione di un concept che meritava un
maggiore approfondimento nella tematica centrale del luogo fisico/spirituale
chiamato “Epica” appunto,che il personaggio principale Ariel avrebbe dovuto
visitare nel secondo capitolo come descritto dai membri nelle liner-notes della
Noise(gloriosa label tedesca) che accompagnavano l’uscita dell’album.
Nulla
di tutto cio’ in “TBH”(usicito per la concorrente SPV)ed è un peccato perché
l’idea di un Epic-Center(Epicentro) dell’Universo chiamato Epica era tutt’altro
che malvagia e era l’idea maggiormente originale che li allontanava dal plot
ispirato in parte al capolavoro di Goethe,ossia il “Faust”che sta alla base di
“Epica”.
Infatti abbiamo il protagonista Ariel che è un moderno Faust alla ricerca di risposte ai grandi Enigmi dell’Esistenza che né la Scienza e né la Religione sono state in grado di donargli(l’epica opener“Center of the Universe”).
Infatti abbiamo il protagonista Ariel che è un moderno Faust alla ricerca di risposte ai grandi Enigmi dell’Esistenza che né la Scienza e né la Religione sono state in grado di donargli(l’epica opener“Center of the Universe”).
Tagliando
tutti i ponti con il passato e con i suoi cari inizia un Viaggio alla ricerca
dell’Ultima Verità(la magniloquente powerprog song”Farewell”) e dopo aver
provato anche droghe e altre esperienze estreme(l’esotica/gotica “Edge of
Paradise”),sull’orlo della depressione totale ha la “Visione”di un femmineo
& seducente Mefistofele(l’ipnotica e teatrale power-black song”Descent of
the Archangel” con l’ottimo assolo nella parte inziale di Luca Turilli dei
cugini Rhapsody) che gli propone il classico e maledetto patto di vendita della
propria Anima in cambio di Potere,Ricchezze e Piaceri Materiali,che però ben
presto capirà non sufficienti a placare la sua brama di conoscenza(la diabolica
e cieca euforia senza redenzione nella magnificente”A Feast in Vain”) e che
inoltre procureranno l’allontanamento dalla sua amata Helena,il suo amore
eterno dai tempi dell’adolescenza(“Wander”,ballad
sognante e malinconica inarrivabile), che aveva appena riconquistato a
sorpresa in una freddissima notte invernale(la struggente seconda ballad jazzy
del disco”On the Coldest Winter’s Night”) e dalla quale avrà un figlio che non
nascerà(momento di alta tensione erotica
ma anche sentimentale con il
Tango/Metal di”Lost & Damned”preceduta dalla struggente ballad quasi
jazzy”On the Coldest Winter’s Night”),poiché lei si suiciderà gettandosi nel
fiume come la Ofelia di shakespeariana memoria(la teatrale “Helena’s Theme),uccidendo
con sé il loro bambino non nato.
Colto
dal rimorso e dalla colpa di quanto accaduto a Helena,Ariel comincerà un
viaggio a ritroso,dall’esterno sempre più dentro di sé alla ricerca della
Redenzione dei suoi peccati(l’incredibile Symphonic/Doom/Celtic“The Mourning
After(Carry On)”,in bilico tra Speranza e Disperazione).Cosa
poi descritta con dovizia di particolari in “TBH”,ma senza giungere in nessun
luogo chiamato Epica(il luogo immateriale dove sogni,speranze,visioni,pensieri,hanno
origine,la nostra Mente,come accennato in “Center of the Universe”).
Peccato!
Peccato!
Infatti
l’album si chiude con la progressiva “III Ways to Epica”(con parti in
5/4,segnatura usata spesso dai Kamelot),song che nelle sue”strade”si riferiva
ai tre personaggi principali
di”Epica”,ossia Mefistofele,rappresentante del Male,
Helena
ora morta e divenuta Angelo e rappresentante del Bene & Ariel,da qualche
parte nel mezzo e in cerca ancora di risposte,ma si riferiva anche alle tre
strade percorse dal gruppo per presentare l’album e eventualmente a tre
capitoli che potevano far parte della saga.
Alla
fine i capitoli sono rimasti due come nel”Faust”di Goethe,ma per maggiore
originalità una trilogia sarebbe stata forse l’ideale.
In
ogni caso l’album è magnifico,una pietra miliare dell’Epic Symphonic Power Metal,l’alba
probabilmente di un nuovo modo di concepire il Melodic Metal(l’annuncio
pubblicitario della Noise era:”La Nuova Dimensione del Melodic Metal”)& per
certi versi anche l’Epic Metal,non come campo di battaglie esteriori ma
puramente interiori,senza né guerre,spade e dragoni ma con demoni,ricerche del
Sacro Graal individuale e del Vero Amore,il tutto celebrando epicamente
l’Esistenza in quanto possibilità di Grandi Passioni e Visioni oltre il
mondo e il velo ingannevole dei cinque
sensi,una forma più intima & profonda di “epicità”.
Tutti
i brani sono importanti in questo concept andando a formare un unicum,non ce
n’è uno più importante di altri(a differenza di”TBH”che ha avuto i suoi hits a
discapito di altri brani non da meno,ma qui è chiara l’impostazione più
commerciale di questo controverso seppur ottimo sequel che ad ogni modo trova
notevoli momenti di intensità nella ultra-orchestrata,mistica e urbana”Soul
Society”e nella lunga e acclamata”Memento Mori”o nella powerprog e gregoriana
totle-track)e dipingono una Storia che travalica i concetti di Tempo &
Spazio(infatti non ci sono riferimenti precisi dal punto di vista geografico/temporale
di quando e dove stia accadendo la Storia,puo’ essere tanto il passato,quanto
il presente o addirittura il futuro)e
soprattutto porta l’ascoltatore in una Dimensione Altra che è qui ma
anche altrove.
Un
lavoro davvero ambizioso e riuscito,a mio modesto modo di vedere non più
superato o eguagliato dai quattro di Tampa,anche se “TBH”rimane un gran
sequel,ma è pur sempre tale,l’originale è “Epica”,peccato che molti non sanno
nemmeno che si tratti del primo capitolo della saga.
Antonio Giorgio
Altri Ascolti:”Eternity”,“The
Fourth Legacy”,”Karma”, Ghost Opera” & “One Cold Winter’s Night”
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