domenica 23 agosto 2015

Kamelot “Epica/THE BLACK HALO(2003 Noise/2005 spv)
Correva l’anno 2003 e in gennaio venne dato alle stampe quello che molto probabilmente rimarrà il capolavoro dei Kamelot di una saga non totalmente espressa nel secondo capitolo e di più grande successo di pubblico e di critica“The Black Halo”,che pero’ pur essendo un lavoro magistrale ha lasciato il sottoscritto con l’amaro in bocca per via della conclusione di un concept che meritava un maggiore approfondimento nella tematica centrale del luogo fisico/spirituale chiamato “Epica” appunto,che il personaggio principale Ariel avrebbe dovuto visitare nel secondo capitolo come descritto dai membri nelle liner-notes della Noise(gloriosa label tedesca) che accompagnavano l’uscita dell’album.
Nulla di tutto cio’ in “TBH”(usicito per la concorrente SPV)ed è un peccato perché l’idea di un Epic-Center(Epicentro) dell’Universo chiamato Epica era tutt’altro che malvagia e era l’idea maggiormente originale che li allontanava dal plot ispirato in parte al capolavoro di Goethe,ossia il “Faust”che sta alla base di “Epica”.
Infatti abbiamo il protagonista Ariel che è un moderno Faust alla ricerca di risposte ai grandi Enigmi dell’Esistenza che né la Scienza e né la Religione sono state in grado di donargli(l’epica opener“Center of the Universe”).
Tagliando tutti i ponti con il passato e con i suoi cari inizia un Viaggio alla ricerca dell’Ultima Verità(la magniloquente powerprog song”Farewell”) e dopo aver provato anche droghe e altre esperienze estreme(l’esotica/gotica “Edge of Paradise”),sull’orlo della depressione totale ha la “Visione”di un femmineo & seducente Mefistofele(l’ipnotica e teatrale power-black song”Descent of the Archangel” con l’ottimo assolo nella parte inziale di Luca Turilli dei cugini Rhapsody) che gli propone il classico e maledetto patto di vendita della propria Anima in cambio di Potere,Ricchezze e Piaceri Materiali,che però ben presto capirà non sufficienti a placare la sua brama di conoscenza(la diabolica e cieca euforia senza redenzione nella magnificente”A Feast in Vain”) e che inoltre procureranno l’allontanamento dalla sua amata Helena,il suo amore eterno dai tempi  dell’adolescenza(“Wander”,ballad sognante e malinconica inarrivabile),     che aveva appena riconquistato a sorpresa in una freddissima notte invernale(la struggente seconda ballad jazzy del disco”On the Coldest Winter’s Night”) e dalla quale avrà un figlio che non nascerà(momento di alta tensione  erotica ma anche sentimentale   con il Tango/Metal di”Lost & Damned”preceduta dalla struggente ballad quasi jazzy”On the Coldest Winter’s Night”),poiché lei si suiciderà gettandosi nel fiume come la Ofelia di shakespeariana memoria(la teatrale “Helena’s Theme),uccidendo con sé il loro bambino non nato.
Colto dal rimorso e dalla colpa di quanto accaduto a Helena,Ariel comincerà un viaggio a ritroso,dall’esterno sempre più dentro di sé alla ricerca della Redenzione dei suoi peccati(l’incredibile Symphonic/Doom/Celtic“The Mourning After(Carry On)”,in bilico tra Speranza e Disperazione).Cosa poi descritta con dovizia di particolari in “TBH”,ma senza giungere in nessun luogo chiamato Epica(il luogo immateriale dove sogni,speranze,visioni,pensieri,hanno origine,la nostra Mente,come accennato in “Center of the Universe”).
Peccato!
Infatti l’album si chiude con la progressiva “III Ways to Epica”(con parti in 5/4,segnatura usata spesso dai Kamelot),song che nelle sue”strade”si riferiva ai  tre personaggi principali di”Epica”,ossia Mefistofele,rappresentante del Male,
Helena ora morta e divenuta Angelo e rappresentante del Bene & Ariel,da qualche parte nel mezzo e in cerca ancora di risposte,ma si riferiva anche alle tre strade percorse dal gruppo per presentare l’album e eventualmente a tre capitoli che potevano far parte della saga.
Alla fine i capitoli sono rimasti due come nel”Faust”di Goethe,ma per maggiore originalità una trilogia sarebbe stata forse l’ideale.
In ogni caso l’album è magnifico,una pietra miliare dell’Epic Symphonic Power Metal,l’alba probabilmente di un nuovo modo di concepire il Melodic Metal(l’annuncio pubblicitario della Noise era:”La Nuova Dimensione del Melodic Metal”)& per certi versi anche l’Epic Metal,non come campo di battaglie esteriori ma puramente interiori,senza né guerre,spade e dragoni ma con demoni,ricerche del Sacro Graal individuale e del Vero Amore,il tutto celebrando epicamente l’Esistenza in quanto possibilità di Grandi Passioni e Visioni oltre il mondo  e il velo ingannevole dei cinque sensi,una forma più intima & profonda di “epicità”.
Tutti i brani sono importanti in questo concept andando a formare un unicum,non ce n’è uno più importante di altri(a differenza di”TBH”che ha avuto i suoi hits a discapito di altri brani non da meno,ma qui è chiara l’impostazione più commerciale di questo controverso seppur ottimo sequel che ad ogni modo trova notevoli momenti di intensità nella ultra-orchestrata,mistica e urbana”Soul Society”e nella lunga e acclamata”Memento Mori”o nella powerprog e gregoriana totle-track)e dipingono una Storia che travalica i concetti di Tempo & Spazio(infatti non ci sono riferimenti precisi dal punto di vista geografico/temporale di quando e dove stia accadendo la Storia,puo’ essere tanto il passato,quanto il presente o addirittura il futuro)e  soprattutto porta l’ascoltatore in una Dimensione Altra che è qui ma anche altrove.
Un lavoro davvero ambizioso e riuscito,a mio modesto modo di vedere non più superato o eguagliato dai quattro di Tampa,anche se “TBH”rimane un gran sequel,ma è pur sempre tale,l’originale è “Epica”,peccato che molti non sanno nemmeno che si tratti del primo capitolo della saga.

                                                                                                    Antonio Giorgio

Altri Ascolti:”Eternity”,“The Fourth Legacy”,”Karma”, Ghost Opera” & “One Cold Winter’s Night”







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