martedì 11 settembre 2018

Riflessioni dopo un anno e 4 mesi dall'uscita di "GOLDEN METAL(The Quest for the Inner Glory)"

Posso dire di  essere sostanzialmente soddisfatto delle reazioni e del consenso che generalmente ha suscitato il mio primo parto discografico "GM(TQFTIG)".
La label Andromeda Relix(insieme alla GT Music)di Gianni della Cioppa ha fatto il meglio che poteva per promuovere l'album in tempi difficili e non semplici per il music business e soprattutto per le produzioni indipendenti.Forse si poteva fare qualcosa in più,ma si spera che questo aspetto venga migliorato con il prossimo lavoro ancora in fase di lavorazione e in parte ancora da definire(probabilmente sarà un altro doppio,con cd 1 di Inediti e cd 2 di Metal Covers con probabili remakes di brani già editi).
L'aspetto LIVE è ancora assente e si spera prima o poi di poter riempire anche questo vuoto.
Il nuovo album avrà una nuova Line-Up con il solo e talentuoso LUCA GAGNONI della vecchia formazione ad essere presente,ma i nuovi musicisti non saranno da meno,anzi si spera di evolvere ulteriormente senza nulla togliere a chi ha partecipato a"GM".
Sono convinto che ci sarà il Salto di Qualità che alcuni giornalisti e fans si aspettano,soprattutto sul piano della produzione e dei suoni.
Rimango soddisfatto dell'aspetto viscerale di"GM",ma per il nuovo album cercheremo di raggiungere ed avere un sound differente e forse più prodotto.
Stay Tuned & stay GOLD!!!!
AG



http://www.tempiduri.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=1118:antonio-giorgio-golden-metal-the-quest-for-the-inner-glory&catid=17&Itemid=144


Il metal è d’oro!, aprirei così per parlare del progetto temerario , audace e visionario di Antonio Giorgio,  che rende reale la sua visione musicale, nominandola appunto “Golden Metal”, nome anche del suo album di esordio (28-4-2017), questa visione, che non è un genere, nasce dal fatto che Antonio è un immaginatore  con il cuore radicato profondamente nella musica metal ed in tutti I suoi sottogeneri (dall’AOR al black metal).
Questa sua nuova visione, chiamata “Golden Metal”, si compone di 12 strepitose tracks, che trovano armonia e stabilità nelle più varie sfumature dei generi del metal. L’album si apre con “Golden Metal”, che presenta un riff di chitarra e basso di una Potenza dilagante, accompagnata da un drumming selvaggio e impetuoso, la voce, invece è straordinariamente pulita, possente e suadente, posso dire che questa è una delle mie track preferite, anche se  è un album questo costruito perfettamente. molto eclettico, che piace molto.
  La track n.2 “ lost &lonely” (desperate days), inizia con rumori di pioggia naturali, una voce profonda e ammaliante è stata messa in perfetto connubio con la dolcezza della chitarra, anche se questa dolce calma dura ben poco, poichè irrompe un chitarrone stratosferico che coinvolge l’ascoltatore, in quest’immagine che ci da la canzone, un pò di un inseguimento, una corsa vana, poichè sembra che l’oggetto del nostro inseguimento sia irraggiungibile, quindi il sound riesce a rendere perfettamente la disperazione del titolo, “ perso e solo” (giorni disperati).andiamo Avanti con la terza track “the vision”, che presenta uno stile gothic, inquietanti I rumori funebri all’inizio della track , che si caratterizza per la sua psichedelia, dove la voce sussurrata è molto sensuale e profonda.stupendo e favolosamente dolce intermezzo strumentale che dura solo 41”di piano la track n. 4 “the calling”, che apre I sipari al sound duro ed ossessivo della travolgente track n. 5 “ the voice of the Prophet”, dove si sente molto la presenza delle tastiere, armonizzate ad arte con I riff ossessivi e veloci di chitarra, basso e batteria. Altro brevissimo ma significativo brano è la track n. 6 “ the eternal Rebellion”, uno stupendo inno di ribellione anche se dura solamente 49”.
A seguire abbiamo la track n.7 “Luminous Demons”, che presenta una Potenza straripante, una voce intrigante con sporadici growl, ma fatti ad arte.arpeggio di chitarra incantevole dà inizio alla track n. 8 “ keeper of Truth”,che poi sis catena e ci fa ballare a ritmo del metal più duro, la voce è oscura e superba. Altra track che troviamo verso la fine dell’album, in particolare la penultima track la n.11 “Et in Arcadia Suite” che dura ben 11’23”, l’autore riesce a rendere ben distinguibili le tre parti, in cui ha suddiviso la track, ovvero Part I -The Quickening (Golden Ages) Part II – Human Gods Part III – The Emerald Table (As Above So Below). Per concludere posso esaltare certamente le doti canore, compositive e visionarie di Antonio Giorgio , che grazie alla collaborazione di musicisti strepitosi come: Dany All, Giuseppe Lombardo, Nicolò Bernini, Stefano Paolini,Luca Gagnoni, Riccardo Scaramelli, Mattia Bulgarelli edEnrico Di Marco, è riuscito a rendere onore se non addirittura esaltare il metal Italiano.
 DALYLAROCK

(Erasmo da Rotterdam)
  
01  Golden Metal    
02  Lost & Lonely (Desperate Days)    
03  The Vision    
04  The Calling    
05  The Voice Of The Prophet    
 -06  The Eternal Rebellion    
 - 7  Luminous Demons    
 - 8  Keeper Of Truth    
9  The Reaper    
10 Forever We Are One    
11 Et In Arcadia Ego Suite:
   Part I - The Quickening (Golden Ages)
   Part II - Human Gods
   Part III - The Emerald Table (As Above So Below)     
12-Alone Again







Antonio Giorgio
Dany All
Giuseppe Lombardo
Nicolò Bernini
Stefano Paolini
Luca Gagnoni
Riccardo Scaramelli
Mattia Bulgarelli
Enrico Di Marco

On CD 2 "Tales from Heaven & Hell"
Mike Pelillo
Piero Sanacore
Dreamsteel band




Pubblicato il 04/08/2017 alle 16:44:48
http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=36312&sz=3



Antonio Giorgio: estasi e filosofia del Golden Metal

Antonio Giorgio ha debuttato con “Golden Metal”, un album di epic metal e dintorni, che ha raccolto numerosi consensi e che non ha mancato di creare qualche polemica. Oggi siamo qui con l’autore per ascoltare la sua storia.

E per farci spiegare cosa c’è dietro la genesi di un lavoro così impegnativo, le sue ambizioni future e per scoprire cosa ne pensa della musica in generale.

Ciao Antonio. Puoi presentarti ai lettori di musical news.com?
Ciao a te Beatrice e a tutti i lettori di Musicalnews! È un piacere poter discorrere con te del mio album. Come avrai letto dalla mia biografia, sono un cantante irpino (Lioni è il mio paese nativo), e sono attivo da diversi anni nell’underground producendo diversi demo e album autoprodotti di cover e altro, ma ho fatto dei provini “virtuali” come cantante, per band note come Kamelot, Conception e Royal Hunt tra gli altri, registrando anche diversi brani per loro, soprattutto per i Kamelot di Thomas Youngblood per i quali sono stato tenuto in “stand-by” per diverso tempo, anche perché il mio stile ben si sposava con le atmosfere epiche e gotiche della band e perché Roy Khan (guarda caso avevo provato anche per la sua più sconosciuta band precedente, i norvegesi Conception, orfani di lui proprio perché nei Kamelot all’epoca), è stato un cantante davvero basilare e significativo per la mia formazione come singer e artista. Dopo questo lungo periodo di provini vari (durato cinque anni dal 2006 al 2011, idealmente dagli svedesi Lost Horizon ai Kamelot), ho deciso di darmi da fare per il mio materiale che stava divenendo consistente e così dopo aver provato con vari musicisti e aver trovato quelli giusti solo nel 2014, soprattutto grazie agli incontri con Enrico di Marco, un giovane chitarrista di Modena dove lavoravo come insegnante, e con Daniele Bisi noto come Dany All per i suoi trascorsi nei Synthphonia Suprema e attualmente Fogalord, ho deciso di ultimare il mio album solista “Golden Metal”, anche se si era pensato di formare una nuova band, ma alla fine sono contento che sia uscito sotto il mio nome perché non poteva essere altrimenti considerata la peculiarità e se vuoi anche la dimensione “autoriale”del Golden Metal.

Ci puoi raccontare le tue esperienze che ti hanno portato alla realizzazione di un album così complesso e ricco di sfumature?
Grazie ancora per i complimenti a riguardo dell’album, davvero molto apprezzati in sede di recensione. Come detto è stato un travaglio lungo e laborioso, che ha assunto varie vesti nel corso degli anni, ma vedo in questo una sorta di “cammino spirituale”, se vuoi collegandoci al concept alchemico dell’album, una specie di “Grande Opera”, che mi ha portato a rielaborare continuamente concept, testi, musiche, arrangiamenti e musicisti stessi, visto che molti li ho persi per strada e anche oggi è così. Ma proprio per questo sono ancora più convinto di aver fatto la scelta giusta nel decidere di fare uscire il lavoro a mio nome. Anche i provini e i vari demo hanno avuto un impatto sulla lavorazione, se vuoi continuamente interrotta anche da essi, poiché parliamo di brani che sono stati concepiti lungo un ampio arco di tempo e così sento echi delle vari fasi della mia vita che sembrano magicamente connettersi alle “fasi alchemiche” della rubedo, nigredo e albedo. Vedo il tutto come un grande insieme e quindi anche per questo ho scelto di far uscire l’album in due versioni, una fisica con un cd di quasi 70 minuti di musica e una in digitale di ben 154 minuti circa con 2 cd nei quali sono presenti anche i brani registrati per Kamelot, Conception e altro. D’altronde mi piace non separare la mia figura di semplice cantante/interprete e anche attore se vuoi, da quella di songwriter vero e proprio. Entrambe ne risultano più arricchite.

Quanto tempo hai lavorato per la scrittura e la realizzazione dei brani del disco? Come hai scelto i musicisti e in che modo hai lavorato per le registrazioni?
Come ti dicevo per la lavorazione vera e propria è stato decisivo l’apporto di Enrico Di Marco con il quale abbiamo avuto varie sessioni di composizione e prova dei brani, prima in separata sede con l’aiuto di internet e poi scambiandoci anche varie idee anche se l’idea di base era sempre la mia. Con lui inoltre ho scritto dei brani più guitar oriented e rock, poiché in precedenza avevo lavorato con due tastieristi che ovviamente avevano un approccio più sinfonico e orchestrale al tutto. Poi è stato fondamentale l’apporto di Dany All/Daniele Bisi che non solo ha curato gli arrangiamenti orchestrali dei brani, ma ha coinvolto via via tutta la sua band Fogalord che è stata la scelta più ovvia per completare la line-up. Decisivo il ruolo svolto da Nicolò Bernini, batterista in tutti i brani e co-produttore con me e Dany del disco. Dulcis in fundo è stato l’intervento finale di un grande talento romano, Luca Gagnoni degli Astral Domine, che è venuto a sostituire Enrico che inaspettatamente ha abbandonato a metà strada il progetto per impegni altri e nel cambio devo ammettere che i brani più epici e sinfonici ne hanno davvero guadagnato. Piccole e simpatiche partecipazioni vengono anche da Riccardo Scaramelli dei Blue Rose & ThunderProject (sua la parte strumentale di “Alone Again”) e Mattia Bulgarelli, un giovane tastierista modenese di scuola symphonic black metal che ha suonato sulla title-track.


L’album è un concept. Ci puoi fare un sunto dei contenuti della storia e dei testi?
In primis voglio far notare agli ascoltatori che ciò che davvero contano sono le canzoni in sé per sé e pur amando da sempre i concept-album, ammetto che a volte sono un po’ una prigione per la bellezza delle canzoni prese singolarmente. Perlomeno quando sono tali, ovvio che in album più strumentali il concetto di canzone si perde e quindi se ascoltiamo ad esempio una sinfonia, ascoltiamo l’insieme. Quindi alla fine ho scelto di operare una scelta inversa, ossia il concept è nato dalle canzoni stesse e da come esse stavano in relazione tra loro. Anche per questo lo “script” in effetti è stato riscritto numerose volte nel corso degli anni, anche se alcune linee guida erano sempre le stesse: ossia la ricerca dell’ equilibrio e della verità interiore, la ricerca del vero amore e del Dio che alberga in ognuno di noi. Ma soprattutto come nel capolavoro epico & fantastico di John Boorman “Excalibur”, il trovare il nostro posto nel mondo, il senso del nostro destino. Questo perché arrovellarsi all’infinito sulle profondità nascoste dell’Io e del suo Inconscio è cosa vana e inutile credo, è più importante capire chi siamo in relazione agli altri e al mondo e soprattutto alle persone e figure (anche artistiche) che sono per noi davvero importanti. Quindi in quest’ottica si sviluppa il viaggio metafisico e romantico di Gabriel Raven, un giovane musicista e artista alla ricerca nel contempo dell’ultima verità filosofica e del giusto riconoscimento della propria Arte e Musica, ma anche e soprattutto del senso più vero di quella cosa inafferrabile e tormentata che noi chiamiamo Amore. Quindi è una storia romantica e visionaria, diretta emanazione delle mie esperienze come uomo, artista e semplice innamorato(della vita e forse del concetto stesso di Amore Vero), ma credo che ognuno possa trovare tracce di sé stesso da qualche parte e quindi essere coinvolto personalmente come io soprattutto in passato lo sono stato in tanti album, canzoni, film, libri. Ma al di là del concept mi piace rimarcare ancora una volta l’indipendenza delle canzoni che possono essere contestualizzate in altri ambiti se non altre storie come ho fatto con il video di “The Eternal Rebellion/Luminous Demons” che va a sposarsi con le atmosfere magiche e arcane del capolavoro cult di Clive Barker “Cabal/Nightbreed”. Credo di aver fatto qualcosa di nuovo anche in tal senso, perché essendo la storia un viaggio mistico nel mondo Immateriale dei Sogni e delle Fantasie umane, la storia di Gabriel può intrecciarsi con altre storie parallele di altre epoche come succede in “Forever We are One” dove si va nel futuro o “The Reaper” che è ambientata nell’Ottocento nel cimitero di Highgate o nel passato ancestrale e mitico di”Et in Arcadia Ego”, un po’ come in “Highlander”. Per me tutto ha un senso ben preciso, ma il bello dell’Arte è che è Universale e Interpretabile e la Musica è forse la “Regina delle Arti”come diceva il poeta mistico indiano Tagore, perché ha in sé quelle qualità di indefinitezza e di trascendenza che nessuna parola può spiegare, neanche se cantata. Quindi la Musica va davvero ”sentita”, non solo con le orecchie ma con l’Anima e il Cuore. Deve parlarci in un linguaggio che va ben oltre le parole in sé per sé ed è di tutti, non solo dell’Artista Creatore.

Hai definito il “golden metal” una sfumatura o meglio una tua visione dell’epic metal. Puoi spiegarci meglio cosa intendi?
A dire il vero è più la stampa che lo definisce una sfumatura dell’Epic Metal, questo perché in effetti si presta ad essere tale, poiché il concetto di Epico a ben vedere è piuttosto vago e impreciso. Se ci fai caso EPICO può essere qualsiasi sottogenere del Metal, dal Melodic al Power, dal Death al Black o del White, dal Thrash allo Speed, dal Classic al Symphonic, dal Prog al Crossover. È un feeling più che un sottogenere specifico come alcuni credono, ossia quello ad ogni modo affascinante e da culto creato volontariamente o meno da bands come Manowar, Virgin Steele, Warlord, Manilla Road, Cirith Ungol. In verità odio i puristi, anzi ti dirò che credo che i generi non esistono e che in fondo la Musica è Musica e va oltre le suddivisioni (come la mitica canzone dei Rush “Subdivisions”). È una convenzione e ci aiuta a identificare e identificarci in un qualcosa a cui crediamo di appartenere per una certa attitudine, ma la verità è che non dobbiamo prenderla troppo seriamente altrimenti ci separiamo dalle cose e dagli altri. È come la mia canzone “Forever We Are One”, ossia noi tutti e tutto l’Universo in sé per sé saremo sempre un’Unica Entità, anche se a volte ci sentiamo così distanti gli uni dagli altri. Così anche io non prendo seriamente al 100% il Golden Metal, o almeno lo prendo nella maniera in cui so che è una mia creazione e come tale ha i suoi limiti e i suoi pregi. Per cui tendo a dire che in realtà il Golden Metal è un Non-Genere, ossia un genere che può contenere qualsiasi altro sottogenere, ovviamente che si amalgama bene all’insieme, perché altrimenti abbiamo un caos e non un’armonia, cosa che se guardiamo bene le cose e l’universo esiste per quanto non sempre perfetta.Insomma è un modo per essere originali e per creare un concetto nuovo che tra l’altro nobiliti il nostro amato Metal(e volendo anche Rock), in qualcosa di più filosofico e mistico perché come abbiamo detto è connesso all’Alchimia che è Scienza dei METALLI e quindi l’ORO è il Re e il più Nobile dei Metalli, ottenuto per trasformazione dei vili in nobili. Una metafora per me anche come artista, ossia ogni artista deve trasformare i suoi metalli vili in nobili per ottenere il suo Oro Alchemico/Artsitico. E ovviamente è un’operazione senza fine.

Pensi di portare la tua musica in concerto?
Lo spero davvero Beatrice e sto lavorando in tal senso, anche se non è facile lo ammetto, perché siamo in un mondo dove la buona vecchia passione per la musica originale e sentita è cosa rara. Sia per i musicisti dove molti si atteggiano a prime donne e professionisti lavorando in realtà come prostitute solo per il “vil” denaro (l’oro non nobile e non artistico), sia per le strutture dove suonare, cosa mai semplice in Italia per un suono più metallico e potente. Non credo che il Metal vada bene per bar/pub di piccole dimensioni e dove la gente capita lì per caso. Per questo se avverrà credo sarà in luoghi appropriati come Teatri, luoghi all’aperto, locali giusti e quant’altro. Ho trovato dei nuovi musicisti (che in realtà sono amici di vecchia data della mia Irpinia), e spero con loro di riuscire a concretizzare in tal senso, ma per ora devo dire che sono più interessato a registrare al più presto il materiale che ho dovuto togliere dall’album che altrimenti sarebbe stato un doppio (e un triplo nella versione in digitale). Quindi credo che tornerò presto sul mercato con il sequel di “Golden Metal” che andrà a formare un tutt’uno con esso. Ma la line-up sarà diversa a parte Luca Gagnoni.

Come vedi la scena metal di questi anni duemila? Cosa trovi di meglio e peggio rispetto agli anni che dici di amare? Davvero non c’è più quella purezza che tanti affermano di aver vissuto solo negli anni ’80?
Devo dire che in realtà per me gli anni ’90 e inizio duemila sono stati tanto se non più importanti degli anni ‘80 e inoltre ammetto che trovo i ‘70 fantastici dal punto di vista creativo. Non ho mai amato il grunge e mode passeggere e giovanilistiche (forse non sono mai stato un classico teen-ager e ora invece vorrei avere meno anni ah ah). Gli anni ‘80 da molti e senza sbagliare sono additati come gli “Anni d’Oro”, la Golden Age del Metal e del Hard melodico o AOR da classifica in generale, ma io credo più come popolarità e come grandi produzioni, che in effetti oggi nessuno più può permettersi, perché computer e programmi ben attrezzati non potranno mai sostituire quei suoni meravigliosi, pieni e veri che solo i grandi studi potevano produrre, insieme a super-produttori strapagati dalle major. Come qualità artistica della musica credo che ‘90 ed inizio 2000, abbiano portato il Metal ad un altro livello e infatti sono fioriti e si sono perfezionati generi nuovi, come il Prog-Metal, il Symphonic Metal, la Metal Opera. Quindi un’evoluzione c’è stata davvero, ma poi tutto è diventato lezioso, per i virtuosismi, e alla portata di tutti (per le collaborazioni in particolare), con l’avvento del file-sharing e di altre diavolerie tecnologiche e anche tra i musicisti c’è stata una vera e propria inflazione di quello che prima era lo special guest importante in un album di minore portata. Oggi molti musicisti metal sono semplici session man che lo fanno di professione, il che ci riporta al concetto di prima della mercificazione e prostituzione delle prime donne. E anche per questo oggi avere un nome importante nel proprio cd è fatto secondario visto che lo possono avere tutti: basta pagare. Ma il cd di certo non venderà quanto uno può immaginare. Questo è ormai tristemente vero specie per le Metal Opera. Per questo ho deciso di non avere nessun ospite importante nel disco, ne avevo contattato qualcuno, ma alla fine mi rendo conto che sarebbe stato totalmente inutile ai fini della qualità artistica dell’album. Uno dei complimenti più belli che ho ricevuto sull’album è che suona sempre fresco, nuovo:credo perché ognuno può trovarci il suo brano preferito, non ci sono brani migliori di altri, sono pensati per essere tutti potenziali hit, anche i più lunghi. E per quanto ci sono agganci con il passato non suona retrò come molti dischi di oggi. Non ha un suono omologato a album iper-prodotti tutti uguali. Ha una sua personalità, un suo carattere e anche le strutture dei brani sono a volte diverse dal solito perché non si ripetono molto. La purezza e l’innocenza del buon vecchio Metal è difficile da ritrovare oggi, ma ammetto che comunque esiste ancora e devo lanciare una freccia positiva anche a riguardo della mia label, la Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa, label mossa davvero dalla passione pura e incontaminata per il Rock e il Metal più genuino e sentito e tutte le sue bands sono degne di interesse e pur non avendo grandi budgets come il sottoscritto, hanno tutte qualcosa da dire e il bello è che si può trovare di tutto all’interno della label, perché Gianni lo ammiro da sempre per la sua estrema apertura mentale e il rispetto per ogni artista e genere di musica. Non è un caso che sia uno dei migliori giornalisti sulla piazza e avrebbe meritato di più, ma va bene così. L’amore vero non ha prezzo e la ricerca della semplicità non banale e regale è la chiave.

La versione digitale dell’album offre anche un secondo album di cover e curiosità. Come hai scelto i brani da omaggiare? Non pensi che un’operazione di questo tipo evidenzia sin troppo i tuoi gusti e toglie un po’ di immaginazione agli ascoltatori?
In parte ho già risposto. Devo dire che corro questo rischio, non posso darti torto, ma bisogna anche capire questo secondo cd nell’ottica che sottolineavo in precedenza:ovverossia è un cd che include un arco di tempo che comunque fa parte della genesi di “Golden Metal”, tempo in cui ero impegnato a fare provini importanti e non da tutti i giorni e nei quali ancora non avevo ben chiare in mente le sorti del mio album non avendo i musicisti giusti al mio fianco. I miei gusti son ben evidenziati come dici nelle cover che non hanno a che fare con provini, ossia i brani di Black Sabbath era Dio/Martin, Bruce Dickinson, Dream Theater, Queensryche, Dokken e Virgin Steele in particolare. Questi ultimi sono stati davvero un faro per me lungo questi anni e alleati segreti, specie la figura di David Defeis (pensato in principio come produttore dell’album, ma i suoi impegni erano troppi), per me l’equivalente in musica del mio amato William Blake, nella concezione del mio “Golden Epic Metal”come l’ha definito Gianni (mi divertono questo tipo di definizioni in fondo) e la cover del loro brano“I Will Come For You” è stata la mia vera entrata/debutto nel mondo della musica “ufficiale”, poiché è stato registrato per il tributo ufficiale agli stessi Virgin Steele (“By the Gods-A Noble Tribute To Virgin Steele”)uscito solo negli States nel 2015, ma in realtà registrato nel 2010. Per questo ho intitolato il cd bonus “Tales From Heaven & Hell” (con riferimento sia a “Heaven & Hell”dei Sabbath che al brano dei Virgin Steele che è tratto da “The Marriage Of Heaven & Hell”), in realtà già distribuito gratuitamente in rete per farmi conoscere nel 2014 e recensito anche molto bene su”Metal Maniac” da Giorgio Barbieri. Le influenze e i miei gusti sono così ampi che spero di registrare altre cover se non tributi interi per omaggiare l’Arte di questi grandi musicisti e per mantenere vivo il mio semplice ruolo di interprete e singer o se vuoi cantastorie. In un’altra vita passata credo di essere stato un menestrello o qualcosa del genere. Insomma non faccio come Steven Wilson che dice che non canterà mai brani dei suoi artisti preferiti, forse perché non è un singer di razza e un attore nato. Prendi uno come Jorn Lande, lui fa più al caso mio per la sua natura di interprete e autore nel contempo. Ci sono nel secondo cd anche dei mix differenti e estesi delle mie canzoni che possono essere degni d’ascolto.

Quali sono i tuoi cantanti preferiti? Magari evitando di dire solo i giganti? Mi dici una band poco nota che secondo te avrebbe meritato di più?
Domanda che sembra scontata ma non lo è mai in fondo. Come detto Roy Khan è un singer/songwriter molto importante per me, perché era come un fratello maggiore nel periodo più romantico e turbolento della mia vita, mi sembrava che le sue canzoni parlassero di me, del mio “amore perduto” e dei miei pensieri filosofici e mistici. Pensare di poterlo sostituire nei Conception prima e nei Kamelot poi sembrava un sogno irreale, troppo bello per essere vero e ammetto che è stato bello anche solo vivere la cosa come se stesse davvero accadendo. Poi ti svegli e vedi che la realtà non è tutta così rosa e fiori e parlo di quello che ruota attorno alle grandi band come i Kamelot in tal caso. Poi cito Geoff Tate, che in effetti è un’altra di quelle cose che mi lega a Khan visto che è chiaramente la sua influenza basilare:come lui ho capito che bisogna essere originali e creare un proprio stile e spero di averlo trovato con “Golden Metal”, sia nei miei brani che paradossalmente nelle cover. Quindi direi Tony Martin, che tra l’altro è stato il mio primo vero e proprio contatto importante, poiché gli feci avere tra le mani il mio primo demo grazie ai chitarristi italiani Aldo Giuntini e Dario Mollo che hanno lavorato con lui. Lui è un singer molto vicino a me perché è un autodidatta ed è arrivato alla corte di Tony Iommi per un colpo di fortuna come stava capitando a me con i Kamelot. Spero un giorno di fare qualcosa insieme. Infine cito David Defeis che magari è lontano dalla mia timbrica e dal mio stile, ma ha una meravigliosa espressività e teatralità che lo rendono un singer unico e anche “nobilmente selvaggio”citando il suo masterpiece “Noble Savage”. David è di sicuro il mio compositore preferito grazie alla sua padronanza del pentagramma letteralmente “da paura”. Come band poco nota che amo alla follia direi senza ombra di dubbio i fantastici Fifth Angel, per i quali tra l’altro pur non facendo nessun provino provai a contattarli in tal senso e ancora oggi sono in contatto con il loro bassista John Macko. Sai come si dice: “Mai dire mai!”. Amo gli angeli(avevo anche una band chiamata AngeliA) e amo lo stile schietto, essenziale e pieno di energia della band americana, quella dimensione di hard/heavy rock melodico e elettrizzante che manca a moltissime band symphonic/power/neo-classic. I Fifth Angel avrebbero meritato molto di più, ma personalmente per me sono nell’Olimpo del “Golden Metal” (ah ah).

Oltre all’heavy metal ascolti anche altre cose?
Non molto a essere sincero. Il metal, l’AOR e il Prog sono stili che pretendono un ascolto continuo, sia più impegnato per il Metal e il Prog, sia più spensierato per l’AOR e l’Hard Melodico. Ma ho i miei periodi. C’era un periodo che ascoltavo solo Wagner perché ti coinvolge a più livelli, anche letterari. Poi ascolto molta musica in realtà attraverso i film che hanno talvolta generi differenti oltre al solito symphonic Score. Pensa ai Goblin o a John Carpenter che musicava i suoi stessi film con semplici partiture di tastiera assai particolari e efficaci per la loro semplicità e essenzialità. Poi quando ho voglia ascolto di tutto, musica celtica, fusion/jazz, ambient, dark/gothic, artisti come David Sylvian, David Bowie, Loreena Mckennitt, Kate Bush e gli Alan Parsons Project, un po’ di pop/rock ottantiano Beethoven, Mahler, Bach, Mozart e quant’altro. Bisogna essere inclusivi non esclusivi. La musica è un mare infinito di sogno nel quale nuotiamo tutti i giorni in fondo, ultimamente ascolto anche il canto degli uccellini vicino casa mia. Ma anche il silenzio ha una sua musicalità misteriosa. Ma quando componi è bene fare tabula rasa e sentire solo la tua voce e la musica che senti dentro di te.

Che cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? E tu cosa vorresti?
Come detto è in preparazione il sequel di “Golden Metal”che proseguirà la storia di Gabriel che ora affronterà più la Realtà o almeno dovrà tentare di realizzare i suoi Sogni per quanto sia complicato se non impossibile:ma il bello della Realtà è che non sai mai cosa ti aspetta e questo accade anche nella nostra Immaginazione, creiamo cose che mai ci saremmo aspettati di creare, almeno finché il tutto non è programmato a tavolino.Quindi per rispondere alla tua domanda bella come tutte, non so di preciso cosa vorrei. Vivere senz’altro e così per le persone che mi sono vicine, ma direi soprattutto realizzare i miei sogni più puri e veri come Gabriel, quelli che magari non aumentano il tuo conto in banca, ma ti rendono la vita”dorata”su un livello più inafferrabile e spirituale. Ma di certo qualche bella soddisfazione più “terrena” non guasterebbe: come dice la Tavola Smeraldina che compare nel finale del concept: “Com’è in Alto così in Basso”. Ai posteri l’ardua sentenza!!!


https://www.secretofsteel.net/antonio-giorgio/



Antonio Giorgio

Mistico, misterioso, alchemico, epico, “Golden Metal: the Quest for the Inner Glory” è un album che sta ricevendo molti consensi positivi nelle recensioni delle varie testate giornalistiche di settore. Abbiamo finalmente la possibilità di soddisfare la nostra curiosità su tutto quello che lo riguarda con uqesta intervista al cantante, compositore e mente creativa del progetto, Antonio Giorgio.
Ciao Antonio, benvenuto su Secret of Steel. Sei uscito da poco con il tuo album di debutto “Golden Metal: the Quest for the Inner Glory”, puoi parlarci del progetto?
Ciao Carlo! Un saluto a te e ai lettori di questo bel sito di Metal che è Secret of Steel.
“Golden Metal(The Quest for teh Inner Glory)”è un album che ha avuto una lunga genesi,sia per quanto riguarda il songwriting che le registrazioni fatte principalmente a Novellara in provincia di Reggio Emilia,ma anche altrove per via dei vari musicisti che hanno partecipato al progetto.Tuttavia anche canzoni che erano scritte diverso tempo fa hanno subito vari ritocchi e rielaborazioni degli arrangiamenti.E’ un album che presenta al mondo la mia Visione peculiare della nostra amata musica,ispirata all’Alchimia e a artisti visionari come William Blake.E’ un concept ma diverso dal solito,perché nato e ispirato dalle atmosfere delle canzoni e non dai testi,anche se in effetti alcune linee guida della storia erano sempre presenti da quando scrissi vari anni fa alcune songs e il progetto si chiamava Human Gods come la seconda parte della Suite Finale”Et in Arcadia Ego”.Quello era il brano che dava il nome al progetto e ancora non avevo ideato il Golden Metal e ovviamente  la canzone stessa non era stata ancora scritta.La storia vede come protagonista il giovane musicista Gabriel Raven che è alla ricerca non solo della “Gloria Interiore”come recita il sottotitolo,ma anche del giusto riconoscimento della propria Arte e del giusto equilibrio nella propria vita privata.Probabilmente questa storia continuerà nel secondo disco più incentrato sulla voglia di Gabriel di realizzare i propri sogni,mentre in questa prima parte il suo è un viaggio più visionario e fantastico in un mondo immateriale,quello che si distende dietro il “Velo di Maya”della Realtà che occulta la vista di questo mondo alla persona “normale”che ha perso la sua capacità di vedere questo mondo “altro”e più ricco e  vasto con gli occhi e lo stupore innocente tipico del bambino che mai smette di sognare.
Che cos’ è il “Golden Metal” e cosa rappresenta per te?
Come dicevo è una mia libera creazione nata dall’associazione del Metal con l’Alchimia che è manco a dirlo “Scienza dei Metalli”.L’Alchimia era una forma sapienziale che si prefiggeva con le sue operazioni simboliche e materiali di trasformare il Vile in Nobile fino a giungere all’Oro Alchemico che è simbolo di Purezza e Regalità.Ovviamente io ne ho preso solo l’aspetto simbolico e metaforico,non credo all’Alchimia come Scienza o pseudo-tale,ma mi affascina come corrente filosofica e credo si adatti davvero bene al nostro amato genere che in effetti è la più naturale evoluzione del Rock(se vuoi la “Pietra Filosofale”),cosa che non tutti sono in grado di afferrare,specie i vari rockers di vecchia data.Un peccato,perché credo che Rock & Metal siano fratelli che appartengono alla stessa famiglia dove il Blues è il Padre e il Rock’n’Roll è la Madre,con vari “padrini”come la Classica o cugini come l’AOR,il Prog etc.Il Golden Metal è collegato a quegli artisti Metal che cercano davvero di romperne le barriere ma senza tradire la tradizione,ampliandola e inglobando al suo interno quanti più generi possibile.Un processo davvero”alchemico”che può rendere quasiasi cosa “nobile”,sotto una nuova luce più dorata.Per dire,magari non molti che ascoltano il Metal amano altri e certi generi,ma inclusi in esso diventa tutto più bello,come succedeva nel Prog degli albori che prima di cristallizzarsi in un qualcosa di definito era molto più aperto e fresco.Al di là di tutto è comunque anche un modo per essere originale in un mondo in cui non s’inventa più nulla e per fare qualcosa che guardi al presente e al futuro che dal  passato ne trae la giusta ispirazione,perché un passato per qualunque genere c’è sempre,non s’inventa nulla dal nulla.
L’ atmosfera del disco è molto magica, misteriosa, melodica e misticheggiante. Da dove trai l’ispirazione per creare queste composizioni?
Bella domanda! Direi che ci sono di sicuro componenti inconsce che nemmeno io so spiegarmi,che provengono dai recessi della mia anima e che tramuto in melodie,riff,testi e quant’altro. Ad ogni modo,senza andare troppo nel trascendentale che comunque è parte importante della mia Visione,direi che al di là della musica che è parte integrante e giornaliera della mia vita,molto Ispirazione giunge anche dalle mie letture sia di scrittori visionari come Clive Barker,Alan Moore,Neil Gaiman,E.A.Poe,H.P.Lovecraft,Stephen King,il nostro Tiziano Sclavi(il papà di “Dylan Dog”),Oscar Wilde,R.E.Howard,Michael Moorcock,Dennis Wheatley etc sia di mistici e poeti come Blake,Gibran,Byron,Baudelaire,Novalis,Shelly,Dante Alighieri,Tagore,Yogananda,Steiner e filosofi come Friedrich Nietzsche,Eraclito,Parmenide,Socrate e Platone.Anche il cinema è fonte di Ispirazione con registi come John Boorman,John Carpenter,Ken Russell,George A.Romero(RIP),il nostro Dario Argento,lo stesso Clive Barker o David Lynch e anche la Pittura e l’Arte Grafica m’ispirano molto e quindi pittori e illustratori come Gustave Dorè, Michelangelo, Jean Delville,Luis Royo,lo stesso William Blake etc.Ma in effetti è anche la vita e le mie esperienze personali o la natura a ispirarmi.Tutto può essere fonte inesauribile d’Ispirazione, l’importante è tramutarla in Creazione Artistica e in un qualcosa di unico.
Ci parli della tua “squadra”? I vari musicisti che ti hanno aiutato a realizzare questo debutto, com’ è stato lavorare con loro?
Mi piace molto il termine “squadra”,in effetti io stesso l’ho chiamato il”GM Team”! E’ stato davvero come essere il capitano di questa squadra di ottimi giocatori alcuni dei quali possono anche fregiarsi il titolo di piccoli campioni.D’altronde ho un passato adolescenziale di grande passione e attività in campo sia calcistico che sportivo e credo che quella passione l’abbia trasposta in musica scegliendo appunto il genere più energico e potente di tutti.A essere sincero non è stato sempre facile e automatico lavorare con loro,la cosa ha avuto le sue zone d’ombra soprattutto su certe decisioni e scelte improvvise di abbandono.Quindi come un coach ho dovuto provvedere anche a fare adeguati rimpiazzi e in alcuni casi devo dire che il tutto ne ha guadagnato,mi riferisco in particolare all’entrata nel Team di Luca Gagnoni degli Astral Domine(ora Veil of Conspiracy),un ragazzo dalle doti e dal talento davvero”dorati”,il Malmsteen italiano per certi versi e tra l’altro endorser manco a dirlo della “Gold Music”!Senza sminuire comunque il lavoro svolto da Enrico di Marco che con il suo stile più alla Van Halen e Steve Vai ha impreziosito non poco le composizioni più Heavy Rock e con il quale ho svolto varie sessioni di composizione e prove dei brani.Infatti spero che il suo sia un abbandono solo temporaneo.Comunque sono grato a tutti al di là di certi battibecchi che direi sono “fisiologici”quando si lavora ad un album come questo,ognuno ha lasciato il suo marchio personale e significativo,anche chi ha collaborato ad un solo brano.
Qual è stata la parte più impegnativa nella realizzazione di questo album?
Direi l’assemblaggio di tutte le parti varie registrate anche in diversi studi,quindi la fase di”montaggio”registicamente parlando.Il suono stesso dell’album ha subito varie modifiche e decisivo è stato il missaggio finale fatto con Dany All & Nicolò Bernini dei Fogalord e la masterizzazione a cura di Luigi Stefani degli ormai famosi New Sin Studio(dove hanno visto la luce i vari lavori di Vision Divine,Eldritch,Domine,Dark Moor etc).Quindi un sound anche tutto italiano per un album fatto esclusivamente con musicisti italici.Una cosa che mi piace rimarcare perché credo esista una via”italiana”al Metal ormai consolidatasi negli anni e che però non è provinciale o autoreferenziale. Avevo anche interpellato i costosi e super-noti Gatestudio di Sascha Paeth e Miro per il mix e il mastering finale,ma alla fine mi sono reso che ciò avrebbe tolto quel tocco “italian”di cui ti dicevo e magari avrebbe appiattito un po’ il risultato finale per quanto magari sarebbe suonato tutto più”big”. Ma credo che alla fine ciò che conta siano le Canzoni e il songwriting,la produzione è sempre un valore aggiunto.Nessuna grande produzione potrà mai salvare canzoni mediocri.E’ ciò che succede nella musica più commerciale dove canzoni modeste rivestite da una super-produzione diventano dei mega-hits.Lo Spirito del Vero Metal è anche in questa Ribellione(come avveniva un tempo) a questo stato delle cose.Una grande produzione può solo abbellire ciò che è  già bello di suo.
Anche l’idea dell’artwork di copertina è molto bella, è stata una tua idea? Ad osservarla bene ci sono molti elementi, cosa rappresenta?
Si è stata una mia idea,ma anche Gianluca Carlini ha fortemente contribuito alla riuscita del tutto e all’aggiunta anche di altri elementi via via che provavamo le diverse versioni(credo ben 9!).Abbiamo lavorato bene io e Gianluca e può essere che si lavori ancora insieme in futuro.Molto credo dipenda dal fatto che siamo entrambi musicisti e quindi ci si capisce al volo,anche perché entrambi siamo veri amanti del Metal.C’è stato un momento in cui Gianluca voleva quasi abbandonare per via delle mie continue “revisioni”,ma alla fine io stesso gli ho suggerito di non demordere e credo che il risultato finale appaghi sotto tutti i punti di vista. Abbiamo fatto qualcosa anche qui di fresco e nuovo.All’apparenza può anche sembrare la solita copertina Heroic Fantasy,ma di fatto è più qualcosa di Simbolico e Mistico. Infatti come dicevi ci sono vari elementi assemblati in una nuova armonia di simboli mistici e visionari presi da varie culture e religioni:si va dall’Occhio di Horus e l’Ankh  di egiziana memoria al Bifrost dei Corvi di Odino di vichinga memoria,allo Yin & Yang di cinese memoria e agli Angeli Custodi e al Cavaliere o Castello tipici dell’Epic Fantasy di stampo medievale.Per non parlare della back cover che ha elementi più Horror e Gotici come la Mietitrice e il Cimitero sullo sfondo di origine provenzale(che però ad una vista attenta ha l’Occhio di Horus impresso sulle mura,cosa quasi”eretica”),fino a cose più cristiane come l’Arcangelo Michele e Mont St.Michel collegate allo stesso.Il tutto ha un significato filosofico tipicamente blakiano e cito la frase del bardo:”Tutte le Religioni sono un’Unica Immaginazione”! Una versione in vinile dell’album o un earbook valorizzerebbe ancora di più tutto lo splendido lavoro grafico,altro valore aggiunto al disco.
Quali sono le tue due canzoni preferite dell’album e perché? Ho apprezzato molto “The Vision”, una canzone misteriosa e arcana, ce ne puoi parlare?
A dire il vero non ho preferenze nette sulle songs,ho cercato di fare un album dove ognuno potesse trovare la sua song preferita e dove ogni song avesse una sua indipendenza e bellezza,anche al di là del concept come dicevo in precedenza.Canzoni che non divagassero troppo in preziosismi tecnici e dispersivi come succede spesso nel prog o nel metal neo-classico e virtuosistico.Canzoni non banali,piene di dettagli che si rivelano anche dopo molto ascolti ma che fossero lineari e memorizzabili(e magari memorabili).La semplicità regale è come dice un mio amico è la più grande sofisticazione.Citi”The Vision”e ti dico che è una song molto esemplificativa in questo oltre che essere il brano dove il concept entra nel vivo perché Gabriel varca la soglia che divide il mondo reale da quello metafisico dei nostri Sogni e delle nostre Immaginazioni.Un luogo altrettanto reale con una sua mappa geografica fatta anche dalle grandi opere della Creatività e della Fantasia Umana,come nel romanzo di Clive Barker”Apocalypse” infatti l’Arte nella storia ha in sé il più grande potere che un umano possa possedere,perché grazie ad essa noi diveniamo sub-creatori simili al Grande Creatore o Grande Spirito che puoi anche chiamare Dio o Mente Divina.L’Artista crea Mondi che hanno una loro Realtà a volte anche più ricca e preziosa dell’incantenante mondo dei 5 sensi.L’Immaginazione o Visione Magica o Occhio Spirituale  è il nostro sesto senso,latente in ognuno di noi. Bisogna risvegliarlo! Di questo parla “The Vision”oltre che dell’amore sofferto e sfortunato di Gabriel per Annabel Hope,la sua anima gemella.E’ un brano dalla struttura assai particolare perché non ripete le sue parti se non nel ritornello.Molto prog in questo senso.In origine durava 7 minuti e c’è anche una versione di 12 minuti! Ma alla fine in soli 4 minuti e mezzo ho condensato in sé tutte le sue caratteristiche salienti,grazie anche all’aiuto di Enrico di Marco.
Come musicista, com’ è ascoltare la propria musica? Lo fai spesso?
Non tanto a dire il vero.Anche perché ho ascoltato i miei brani così tante volte che non ricordo nemmeno quante,specialmente durante le registrazioni e fasi finali.Però è stato molto emozionante ricevere il cd prima master e  poi finito con digipack,libretto e quant’altro e ascoltarlo in anteprima comodamente seduto in poltrona.Il bello è che ti sembra qualcun altro quello che sta cantando,ma è una sensazione assai piacevole a dire il vero se il tutto è stato fatto per bene. Quello è il momento della verità,nel quale puoi davvero tirare le somme e dire se il tutto è riuscito o meno secondo la propria Visione iniziale.Ma il bello è che spesso la Realtà stessa ci sorprende e si presentano altre sorprese non preventivate.Non si può controllare tutto,bisogna saper lasciarsi andare e rilassarsi. Il risultato finale di una qualunque creazione in realtà non è mai finito,uno potrebbe ridefinirlo e ricrearlo all’infinito,ma quando il disco è in vendita bisogna anche considerarlo la fine di un viaggio e godersene ciò che esso ha portato con sé per essere pronti a ripartire per una nuova e magari entusiasmante avventura.Questo è possibile quando l’Arte non è una commissione ma una vera e propria “missione”.
Quali sono le band che ti hanno ispirato nella tua carriera musicale?
Sono davvero tante! Sia bands che artisti solisti.In primis direi tutto l’Hard Melodico anni ’80 quando ero un ragazzino,dai Van Halen(e Van Hagar)agli Europe fino agli Scorpions,Dokken e bands minori(si fa per dire)come Baton Rouge,Shadow King,Survivor,Bonfire,Triumph,Loudness(con Vescera)etc ma anche bands più Rock come i Queen e gli U 2.Poi sono passato gradualmente al Metal vero e proprio grazie alla scoperta dei Black Sabbath e degli Iron Maiden,in assoluto le mie due bands preferite in ambito “Classico”.Specie i Black Sabbath di Tony Iommi nelle sue varie incarnazioni.I miei primi due albums sono stati”Black Sabbath”e”Heaven & Hell”grazie ad un amico più grande di me ed è stato amore a primo ascolto.Anche le carriere soliste di Ozzy,Dio,Alice Cooper,Yngwie Malmsteen,Bruce Dickinson e via dicendo sono stati molto importanti per la mia formazione culturale.Poi c’è stato l’avvento del Prog Metal con l’esplosione dei Dream Theater di”Images & Words”e ovviamente anche io ne sono stato molto colpito,sembravano una band di un altro pianeta,ma poi a lunga andare il loro virtuosismo auto-referenziale mi ha stancato così come quello del Prog in generale(anche Prog Rock che pure ho amato molto grazie a bands come King Crimson,Genesis,ELP ,Yes e Jehtro Tull,ma anche Van Der Graaf Generator,Atomic Rooster e i nostri Goblin,Le Orme,Il Balletto di Bronzo etc).Quindi ai Dream Theater post-Awake(e ai cugini Symphony X) spesso ho preferito i Queensryche e i  Fates Warning da un lato,e i vari Conception,Royal Hunt,Elegy,Vanden Plas,Ark,Beyond Twilight dall’altro.Ma quando ho scoperto i Virgin Steele e i Kamelot con Roy Khan devo dire di aver trovato il mio territorio ideale per la mai vocalità e ambizione sia a livello di composizione che di storie da mistiche e filosofiche da raccontare.David Defeis è un gigante della nostra musica e del Rock in generale,il suo stile compositivo e vocale è unico,può anche non piacere ma è indubbiamente originale e carismatico,sempre ispirato e immaginifico.I Kamelot con Khan sono stati molto importanti per me,specie nel periodo da “The Fourth Legacy”a”The Black Halo”perché mi hanno ispirato molto come aspetto epico rivisitato in un’ottica più sofisticata,moderna e anche gotica,che non trattasse solo di guerre,dragoni,spade e quant’altro,ma di argomenti universali come vita,morte,amore,misticismo etc.Cose più interessanti per il mio bagaglio culturale e umano.Ma ciò detto non ho nulla contro i vari Blind Guardian,Rhapsody etc,semplicemente quel tipo di Fantasy alla lunga mi stanca e non ha molto sostanza psicologica.Ho ascoltato nei miei anni formativi anche autori piuttosto impegnativi e lontani dal mio stile e dal Metal come David Sylvian ad esempio e molta Classica,specie Wagner,Mahler e Beethoven,e anche varie soundtracks come i già citati Goblin,Vangelis,Howard Shore,John Carpenter etc,ma alla fine il feeling particolare che si ha ascoltando un certo Metal ha avuto sempre la meglio,grazie anche a bands da culto come i Fifth Angel,Leatherwolf ,Manilla Road, Chastain, Warlord,Savatage,Crimson Glory,Candlemass,Memento Mori,Lion’s Share,Tad Morose e tante altre.Neanche l’estremo ho trascurato e devo dire che di recente ascolto anche molto White Metal e Christian Rock/AOR.
“Golden metal” potrà essere sentito live? Progetti futuri?
Lo spero davvero anche se non so quando e come.Molto dipenderà da cosa succederà con il secondo e decisivo album che credo sarà completato anche molto presto se tutto va secondo i piani,perché ho lasciato fuori da”Golden Metal”diversi brani,anche molto significativi come un’altra lunga suite divisa in quattro parti.Quindi spero di portare a termine più celermente questa seconda opera e nel frattempo anche fare se possibile qualcos’altro come qualche Tributo o qualcosa di simile. Essendo anche un semplice singer oltre che songwriter non mi dispiacerebbe nemmeno partecipare a qualche album solista di artisti nazionali e internazionali con i quali sono entrato in contatto negli anni o anche a qualche Metal/Rock Opera.
Grazie del tempo che ci hai concesso e per il grande album che è “Golden Metal: the Quest for the Inner Glory”. Speriamo di risentirti presto con il degno successore. A te le ultime parole.
Certo!!! Come detto sono già al lavoro per il follow-up di “Golden Metal”che spero sia all’altezza del suo predecessore se non ancora meglio.Sarà anche incentrato sull’aspetto magico dell’esistenza ispirato alla lontana anche da opere come “Promethea”di Alan Moore e”Imagica”di Clive Barker,ma più come filosofia di fondo che altro.Il leit-motiv sarà la realizzazione dei propri sogni nella dura realtà e su come non perdere la propria Visione Magica delle cose e del mondo,anche affrontando battaglie più spirituali e intellettuali con figure che si autoproclamano “profeti”di nuove teorie misteriche/mistiche.Il messaggio è sempre”segui il tuo Io più vero e puro”e non preoccuparti di ciò che la gente predica e ti dice di fare,che poi è il messaggio più bello del Metal in generale,quello di essere Libero e Indipendente. Voglio ringraziare Davide Arecco per la bellissima recensione,tu Carlo per questa bella e lunga intervista,tutta la redazione di Secret of Steel compreso Gianluca Carlini che ha davvero fatto un lavoro eccellente nell’aspetto grafico dell’album e della promozione e ovviamente i numerosi lettori del sito.Nelle liner-notes dell’album ho anche sottolineato come i migliori musicisti Metal sono come gli Antichi Cavalieri che imparando i “Segreti dell’Acciaio”hanno imparato a forgiare il loro Metallo Dorato e a combattere per esso contro i nemici della nostra musica che non sono pochi  e custodirne l’Eterna Fiamma Creatrice.Stay Metal & stay GOLDEN!
https://www.mixcloud.com/mmrradio/enter-the-metal-show-antonio-giorgio-cd-showcase/
Ospite  un anno fa (Halloween)al mitico programma Metal METAL MAXIMUM RADIO del  simpaticissimo DJ e giornalista Metal Mike! 2 ore e mezza di semi-delirio mistico,filosico & ironie varie.
Per chi riesce a sopportarmi :-D !!!
Stay Gold & stay METAL!
AG


http://giornalemetal.blogspot.com/2017/07/antonio-giorgio-intervista-allartista.html

ANTONIO GIORGIO - Intervista all'Artista

Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?
Innanzitutto ciao a te Maurizio e a tutti lettori di “Giornale Metal”. Il mio debutto discografico ufficiale “Golden Metal (The Quest for the Inner Glory)”è un album molto importante per il sottoscritto perché è un po’ il coronamento di un lungo percorso fatto di demo vari,provini internazionali di un certo livello,partecipazione al Tributo ufficiale dei Virgin Steele e un album autoprodotto di covers che qui appare nel secondo cd bonus della versione digitale dell’album,la “Golden Deluxe Edition”.E’ un concept,ma non nel senso classico del termine,poiché il plot è nato dalle canzoni e non viceversa e da come queste stanno in relazione tra di loro e il leit-motiv come indica il sottotitolo è la “Ricerca della Gloria Interiore”attraverso vari livelli:psicologici,emotivi e anche e soprattutto artistici,poiché il trait d’union è la metafora simbolica delle fasi alchemiche della albedo,nigredo e rubedo che trasformano i metalli vili in metalli nobili fino a giungere al Re dei Metalli che è l’Oro,da cui il mio “Golden Metal”che non solo è in relazione ovvia con il nostro amato genere,ma anche con l’Oro che risiede in tutte le cose dell’Universo e oltre.Quindi ognuno può leggere il tutto sotto una chiave personale e interpretativo del proprio percorso di vita e se vuoi anche “iniziatico”.

Come si è districata la tua formazione da musicista?
Fondamentalmente sono un autodidatta da sempre, ma il mio interesse musicale si è sviluppato molto presto da bambino in modo naturale e istintivo,ho sentito”la Chiamata”(come il breve brano strumentale “The Calling”)in particolare quando andai a vedere “Rocky IV”a 9 anni e sentii qualcosa mutare in me ascoltando quella musica epica e melodicamente forte e piena di emozione.E’ stata una specie di “Illuminazione”! Di lì in poi ho sempre cantato,formato i primi gruppetti e da adolescente il tutto si è ulteriormente acuito grazie alla prima passione per l’Hard Melodico e da classifica tipo Van Halen e Europe,per poi passare a Malmsteen,Queensryche,Black Sabbath etc e anche all’interesse per le grandi bands del Progressive Rock come Genesis e King Crimson.Ho poi ampliato le mie conoscenze musicali stia storiografiche che tecniche,mi sono sempre più interessato al canto e successivamente alla composizione in sé per sé e così sono giunto a nutrire interesse per così tanta musica differente da iniziare a produrre le mie prime composizioni e demo.In tutto questo la mia natura inclinazione al canto e all’interpretazione mi ha portato a provare per varie bands,prima italiche come Heimdall o Icycore,poi per le grandi bands internazionali grazie ad Internet come Lost Horizon,Adagio(ricordo ancora la chiamata di Stephan Fortè e la mia incredulità condivisa con il mio amico/partner Piero Sanacore),Dreamscape,Beyond Twilight,Tad Morose e soprattutto Royal Hunt,Conception e infine Kamelot e Fifth Angel. Non avendo concretizzato nulla, nonostante i complimenti ricevuti anche da importanti produttori come Tommy Newton (Helloween, Ark, Conception, Elegy etc),ho deciso di avviare il mio progetto solista dopo aver tentato di formare una band e “Golden Metal”è il risultato di un processo lungo diversi anni di tentativi e “reincarnazione”del progetto sotto diverse forme. 

Come hai scelto il titolo del disco?
Come detto il titolo si riferisce in primis all’Alchimia che è non a caso “Scienza dei Metalli”e poi al percorso artistico e spirituale,ma ovviamente c’è l’ovvia referenza al nostro genere,un tentativo se vuoi di metterne in luce gli aspetti più nobili e mistici. Il termine Heavy Metal non mi ha mai convinto del tutto perché sembra avere a che fare più con le motociclette o qualche “acciaieria”che con le mille sfumature e colori di questo splendida e importante manifestazione artistica della musica.Come dice Defeis,il Metal è un particolare linguaggio del vocabolario musicale e ha una sua identità e un carattere ben preciso che copre una vasta gamma di vibrazioni e espressioni dell’animo umano,da un grido barbarico e primitivo a qualcosa di più sofisticato e intellettuale.Infatti il “Golden Metal”si prefigge di essere quasi un “NON-GENERE”più che un sottogenere specifico come l’Epic,il Power,il Prog,il Gothic,il Symphonic etc E’ una Visione,una summa di tutto ciò che il Metal ha espresso negli anni e oltre,con occhio di rilievo alla parte più “Nobile”e ovviamente melodica del genere.

A cosa ti ispiri quando componi?
Alla Vita in generale e se vuoi anche a ciò che ci aspetta dopo,che chiamarla Morte forse è anche riduttivo,poiché a morire sembra che sia solo il nostro aspetto corporeo.Anzi credo che l’obiettivo vero di ogni Arte sia proprio quello di prepararci a ciò che viene dopo e quindi la più ispirata è quella metafisica,spirituale,mistica che però non deve perdere di vista il narrare ciò che siamo “Qui & Ora”perché è da questo mondo che possiamo intravedere ciò che sta “Oltre”e già attraverso le cose “terrene”.L’Immaginazione o Visione Spirituale e ciò che deve guidarci in questo complicato ma affascinante “processo”che rende la vita degna di essere vissuta. Quindi nella mia musica ci trovi principalmente questa tensione verso l’Aldilà,ma passando attraverso tutte le ricche esperienze che riguardano la vita emotiva e psicologica e anche fisica dell’Uomo,quindi la Ricerca dell’Amore Vero,del proprio posto nel Mondo etc
Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?
Come detto principalmente questa Volontà di Conoscenza e Trascendenza del Reale e anche di ciò che è normalmente etichettato come “Irreale”,ma che magari ti può svelare più profondamente ciò che sta “Oltre”.La Vera Arte non è mai compiuta e perfetta perché la Perfezione non appartiene a questo mondo,quindi essa deve suggerirti qualcosa che vibra in lontananza,da “Altri Piani”o Dimensioni dell’Esistenza.Penso che “Golden Metal”possa davvero portare l’ascoltatore,se intimamente coinvolto,su questi “Altri Piani”,è un Viaggio nelle profondità dell’Io Collettivo e Individuale,un Percorso Iniziatico che può portare davvero a trovare”L’Oro alla fine dell’Arcobaleno”come si vede nella copertina e nel lavoro grafico dell’album.Il Cavaliere è di spalle perché ognuno si può impersonificare in esso come “Colui che Cerca”e come si dice”Chi cerca Trova”. 
Come nasce un tuo pezzo?
Dipende,a volte canticchiando per strada nel mezzo di qualche lunga e solitaria passeggiata notturna(anche Beethoven componeva in questo modo),a volte provando dei “licks”di chitarra,altre volte immaginando riff e melodie o dopo aver letto/visto qualcosa. Non c’è una regola,l’Ispirazione è l’unica regola d’oro.Ho attraverso periodi di grandissima e ricca ispirazione e altri di totale assenza di essa,non credo alla musica composta a tavolino e progammata/progammatrica,alla lunga si sente che un album è artefatto e non genuino.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
Sarà scontato,ma tutti i brani per me sono importanti perché ho cercato di fare un album nel quale non ci fosse un brano più bello e importante dell’altro,ogni brano e segmento ha il suo perché in quella determinata parte dell’album,non ci sono riempitivi e il bello è che la scelta finale della scaletta è stata cambiata più volte,ma alla fine mi sembra che questa finale sia la più giusta e equa per l’importanza di ogni brano.Certo”Golden Metal” è qualcosa di speciale perché è la title-track e perché è una specie di manifesto/inno della mia musica e visione artistica ed è diversa dal resto delle songs essendo più un brano dal sapore nettamente epico,può essere sia l’incipit che la chiusura del cerchio dell’album che ha appunto una struttura “circolare”sia come song in sé per sé che come parte del concept,perché termina con la sottoparte”The Eternal Quest”che si riallaccia al finale del plot narrativo.Sembra per certi versi slegata dal concept,ma in realtà ne rappresenta il punto focale.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?
Come detto l’Hard Melodico e tipicamente anni ottanta è stato il mio primo amore e la mia prima folgorazione e quindi cito i vari Van Halen, Shadow King, Lou Gramm, Europe, Survivor, Triumph, Baton Rouge, Lion, Bonfire, Scorpions e in seguito Ten, poi il Metal Classico di Black Sabbath, Dio, Ozzy, Alice Cooper, Iron Maiden, Judas Priest etc,quindi il Progressive Metal di Queensryche, Dream Theater, Fates Warning, Conception, Vanden Plas, Elegy, Rush, Kansas e compagnia bella, specie negli anni novanta, il neo-classico di Malmsteen, Macalpine, Royal Hunt, Symphony X e infine il Power/Gothic/Symphonic di Kamelot, Nightwish, Epica e molti altri.Ma probabilmente è l’Epic Metal dei Virgin Steele che mi ha definitivamente conquistato,in particolare del periodo “d’oro”dei due Marriage,del barbarico”Invictus”e dei due “House of Atreus” e anche quello di bands più doomy come Candlemass e Manilla Road o l’epic melodic dei mitici Fifth Angel e degli oscuri Warlord di Bill Tsamis. Ma a parte il Metal che come sai è infinito e vasto nei suoi mille sottogeneri e tutti degni d’interesse,anche i più “estremi”,è anche la musica da film cult che adoro come Goblin, John Carpenter, Danny Elfman o Vangelis e ovviamente la grande Classica soprattutto Romantica dei vari Beethoven, Wagner, Mahler, Chopin, Liszt etc e il Rock Progressivo dei vari King Crimson, Yes, Jehtro Tull, ELP, Genesis,Van der Graaf Generator, Atomic Rooster etc Ma credo che ogni genere se fatto con cuore,onestà e immaginazione sia degno d’interesse.
Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa? 
Non voglio svelare troppo,anche perché potrei smentirmi,ma sto già lavorando al nuovo album che comprende anche del materiale lasciato fuori per forza di cose da “Golden Metal”e per l’occasione mi sono già circondato di nuovi musicisti e della line-up di”GM” è rimasto solo il bravissimo e virtuoso Luca Gagnoni,ragazzo davvero di grande talento e per il quale sono pronto a scommettere un futuro più che roseo.Ed è endorser guarda caso della Gold Music!Aspettatevi qualcosa di speciale!!!
Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  
Magari! Il fatto è che essendo un mio progetto e quindi solista,è tutto più complicato.  Per ora ci concentriamo sulla prossima e decisiva prova discografica per la quale potrei assumere il nuovo monicker Antonio Giorgio’s GOLDEN METAL,quindi più da band, e se le cose vanno come devono andare credo proprio che mi ritroverete sui palchi italici e oltre.Lo spero davvero.
Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?
Nel complesso in netta crescita rispetto a qualche decennio fa e davvero in forma,ma allo stesso tempo noto un certo appiattimento di produzioni e suoni.Purtroppo la qualità artistica a volte latita,al di là del buon suono che oggi non è così difficile ottenere spendendo qualche euro in più con i produttori più in voga.Sono convinto che se le songs sono valide esse vanno e superano il bel suono,d’altronde se guardiamo ai grandi Classici non è che avessero questo grande suono e la perfezione ovviamente “digitalizzata”che va in voga oggi.Lo stesso Mike Oldfield che ha prodotto lo splendido sequel di “Ommadawn”ha lasciato appositamente certe piccole imperfezioni per rendere il tutto più vero,onesto e genuino.Consiglio alle giovani leve di cercare più lo scivere il grande brano e il grande album,più che la perfezione e la pulizia dei suoni che soffocano il risultato finale e rendono tutto più piatto e omologato.
Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?
L’uno è l’altra!In passato non vi era questo triste fenomeno degli Haters e Cyberbulli perché chi comprava il giornale e la rivista specializzata leggeva e stop,finiva lì,non si andava a fare la “contro-recensione”fingendo di essere tutti esperti e super-conoscitori della Musica.Purtroppo questo è uno degli aspetti più odiosi dell’essere Artista oggi,bisogna corazzarsi e fregarsene o anche combattere contro chi cerca di scoraggiare soprattutto le nuove leve e chi cerca di fare qualcosa di unico e originale e non tutti ne sono capaci e credo che siano anche in molti a soccombere per questo.Stimo moltissimo uno come Geoff Tate che ha mostrato di saper fronteggiare la marea di critiche e anche insulti ingiustificati e dozzinali ricevuti per le sue coraggiose e impopolari scelte artistiche ed è sorprendente come incida per la Frontiers che di solito fa albums piuttosto fatti a tavolino come si suol dire.Per il resto Internet è stato molto utile per fare cose impensabili in tempi in cui non esisteva come il partecipare al Tributo ai Virgin Steele,avvenuto grazie all’invito di Matthew Knight degli Eternal Winter e tramite l’avermi ascoltato su myspace e youtube.Anche i vari provini sono stati possibili grazie ad Internet.Però nel complesso rimpiango i tempi in cui la musica era qualcosa di prezioso e dovevi acquistarla per poterne usufruire e l’ascoltavi nel tuo Hi-Fi e non in streaming o in mp3.Ma purtroppo i tempi cambiano e non possiamo farci niente,l’intelligenza è nell’adeguarsi in parte ad essi senza esserne schiavi. 

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?
Credo che fare Metal è come sentirsi a casa,trovare la propria comunità di appartenenza per quanto spesso mi sento lontanissimo da essa e da suoi rozzi o grossolani cliché.Per questo ho creato una mia “abitazione”personale dove mettere quello che davvero che mi piace e mi ha conquistato negli anni,il “Golden Metal”è Metal,ma nel senso che intendevano i musicisti più ispirati di qualche tempo fa,ossia un genere nel quale inserire tutto ciò che si vuole,un po’ come il Prog degli inizi prima che si”dogmatizzasse”in un qualcosa di definito e standardizzato.Il Metal per me è INCLUSIVO non esclusivo. Quindi si,credo che il mio talento si senta più che valorizzato in questa concezione ampia e aperta del Metal.

C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?
David Defeis senz’altro!Lui per me è una specie di mentore e ha anche seguito le varie fasi di “Golden Metal”e presto gli manderò la sua copia negli States nel quartier generale dei Virgin Steele a New York.Di fatto avevo interpellato anche lui come produttore oltre che Roy Z(Bruce Dickinson,Judas Priest,Helloween etc)e Sascha Paeth(Kamelot,Angra, Rhapsody,Avantasia etc),ma alla fine,anche per denaro e per tempi più stretti,ho deciso di produrre io stesso il tutto con il batterista e il tastierista dei Fogalord.Mi piace il suono di”GM”,molto vero e genuino,quasi “live”,ma non tutto è filato liscio e credo che per il futuro tutto possa succedere.Tra gli altri mi piacerebbe fare qualcosa con Andrè Andersen dei Royal Hunt con il quale sono rimasto in contatto dopo il provino con i RH,specie per il suo prossimo lavoro solista o anche qualche duetto con qualche singer per me speciale come Roy Khan o Geoff Tate o anche Gary Hughes dei Ten,altra opzione tra i produttori che ho contattato per “GM”.Ovviamente sono aperto ad ogni nuova offerta e possibilità futura,sono un songwriter ma anche e soprattutto un singer/attore.

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Certo!Grazie a te Maurizio per questa lunga e bella intervista,molto stimolante come domande e questioni attuali, passate e future. Saluto voi lettori di fede metallica di “Giornale Metal”che manco a dirlo ha le stesse iniziali di “Golden Metal”! Vi invito a dare un ascolto a “Golden Metal”sui vari canali da youtube a bandcamp o souncloud e ricordo sempre che l’acquisto del digipack è tutt’altra cosa rispetto allo scaricare l’album,sia per la qualità audio che per la curatissima veste grafica e lirica.E’ come andare all’Opera senza leggere il libretto,quindi un ascolto a metà. Per il resto “Stay Gold & stay Metal!!!”Rimanete sintonizzati!!!!
Maurizio Mazzarella