Chi vi scrive ha già avuto a che fare con la musica di questo volenteroso singer, compositore e arrangiatore campano, segnatamente da Lioni in provincia di Avellino, avendo recensito il suo demo ed il suo album di cover per un'altra testata. Ora riesce, seppur con un promo che non è ancora la versione definitiva dell'album, a far conoscere i suoi pezzi inediti per cui, credeteci, ha sudato le proverbiali sette camicie. Circondatosi di musicisti più o meno conosciuti, ma validi, Antonio realizza questo suo concept riguardante l'aspetto dorato del metal e corredato da una storia sullo stile di quella ideata dai Savatage per 'Streets'. Di questo e del significato del”Golden Metal”ne parleremo direttamente con lui in una prossima intervista; qui analizziamo i suoi brani e quelle cover a cui è particolarmente legato, in particolar modo "The Spell" dei Kamelot da 'Karma', band per la quale ha sostenuto un provino nel momento in cui cercavano il sostituto di Roy Khan, ma anche "I Will Come For You" dei Virgin Steele, brano che è contenuto nel tributo alla band di David DeFeis 'By The Gods - A Noble Tribute To Virgin Steele', ed originariamente apertura di quel capolavoro che è 'The Marriage Of Heaven And Hell -Part 1'. Ma come dicevamo c'è anche farina del suo sacco ed è tanta, a cominciare dall'opener "Golden Metal" divisa in quattro parti, una pièce magniloquente quanto il titolo e piena di cambi d'umore – nonché di tempi - nella quale si presenta in maniera egregia la sua voce, calda e sofferta, in bilico tra quel Roy Khan che avrebbe potuto rimpiazzare e il Don Dokken dei bei tempi - non per niente nell'album c'è una riuscitissima cover di "Alone Again" da 'Tooth And Nail' - seguita da quella "Lost And Lonely" che conferma quanto appena scritto. Tra le varie intro che si susseguono c'è il tempo per un pezzo che colpisce più di altri, ossia "Luminous Demons", condotta da un riff potente e paradossalmente "moderno", cosa che fa svettare il brano stesso sopra agli altri proprio perchè non ricalca quegli stereotipi cari alla concezione che si ha adesso di epic metal; infine "Keeper Of Truth" chiude gli inediti con una spruzzata di power metal che, a lungo andare, fa la sua bella figura. L'unica nota stonata è la cover di "Heaven And Hell": siamo tutti d'accordo sul fatto che cimentarsi con un classico del genere è un rischio, ed è anche vero che Antonio lo corre. Il problema è che il risultato finale è discutibile, non fosse altro che inserire delle tastiere che coprono il riff portante, forse per colpa del mixing non definitivo, è un errore abbastanza evidente poiché alla fine il risultato è quanto di più lontano dall'oscura minacciosità originale. In definitiva“Golden Metal”è un buon esempio di come si possa fare del metal sinfonico ed epico, e sapendo di quante frecce dispone nella sua faretra il buon Antonio, siamo sicuri che nei suoi prossimi progetti - e sono tanti - ci stupirà ancora di più di quanto non abbia fatto finora.
Giorgio Barbieri
www.Hardsounds.it
11 Marzo 2016
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